La Sacra Sindone “rinasce” in una serie limitatissima di copie certificate in scala 1:1.
7 Ott 2020
LINIFICIO – SACRA SINDONE
Il lino è la fibra più antica ed elegante per antonomasia, il suo uso infatti risale fino a 8000 anni avanti Cristo. Un tessuto che accompagna la vita intera dell’umanità: dalla nascita con il “panno-lino” che per tradizione era appunto in lino, alle tovaglie utilizzate per imbandire banchetti, ai sudari utilizzati per avvolgere le salme.
Dopo anni di ricerca e sperimentazioni, questo straordinario progetto è finalmente realtà: per la prima volta nella storia sono state create copie certificate della Sacra Sindone.
Un progetto che unisce fede, devozione e tradizione, destinato a portare nel mondo un messaggio di speranza, ma anche l’arte tessile senza tempo della bergamasca.
Il progetto è riconosciuto e supportato dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, unico centro al mondo a essere ufficialmente riconosciuto dal Custode Pontificio della Sindone, a cui presta la propria attività di consulenza. È stato realizzato grazie a una rete di eccellenze italiane del tessile coordinate dai promotori dell’iniziativa: Comune di Peia, Comune di Gandino e il distretto Le Cinque Terre della Val Gandino.
L’idea è stata sostenuta concretamente da GAL Valle Seriana e dei Laghi Bergamaschi e Uniacque.
Linificio e Canapificio Nazionale si è occupato in particolar modo dell’individuazione del seme adatto insieme a Terre de Lin, la varietà EDEN. E della filatura del lino per trama ed ordito. La tessitura con un telaio provvidenzialmente sbagliato è stata curata da Torri Lana e la stampa ad altissima definizione da EFI Reggiani.
Tre eccellenze al servizio di un progetto unico nel suo genere.
La differenza di peso tra la Sacra Sindone originale e la copia autenticata è solo tra l’1% e il 2%.
La Commissione Diocesana per la Sindone ha seguito scrupolosamente tutte le fasi del processo, fino a concedere, per la prima volta nella storia, la certificazione delle copie realizzate.
Le prime destinazioni a cui sono state consegnate le copie certificate sono il Duomo di Torino e il Museo della Sindone di Torino, il luogo stabilmente destinato alla divulgazione e allo studio del Sacro Lino.
Altre due copie certificate torneranno a casa: saranno infatti consegnate presso il Duomo di Chambéry, dove la Sacra Sindone fu vittima dell’incendio che la danneggiò.
Chambéry è il luogo dove i Savoia prelevarono la Sindone nel 1576 per portarla a Torino.
Una copia è stata inviata al Museo della Bibbia di Washington, dove a primavera 2022 è stata inaugurata un’apposita sezione dedicata alla Sindone.
Altre copie certificate hanno raggiunto un ristretto numero di chiese e musei selezionati dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone, per offrire ai fedeli di tutto il mondo l’opportunità di ammirare e venerare la riproduzione del telo in lino che ha avvolto il corpo di Cristo dopo la Passione.
Le copie certificate della Sindone sono anche strumento di divulgazione e promozione, poichè hanno apposto un QR Code che rimanda al sito del progetto
La Sindone di Torino viene conservata con estrema cura per garantire la sua preservazione nel tempo. È custodita nella Cattedrale di Torino, specificamente nell’ultima cappella della navata sinistra, sotto la Tribuna Reale.
Per proteggerla, la Sindone è contenuta in una teca a tenuta stagna, in assenza di aria e in presenza di un gas inerte, posizionata in modo disteso e orizzontale
Questa teca speciale è stata realizzata per proteggere il tessuto sia dai danni fisici che da quelli causati dall’esposizione alla luce e all’aria, che potrebbero accelerare il processo di degradazione.
La teca per la conservazione è ulteriormente rinchiusa in una grande cassa metallica, rendendo la Sindone non visibile al pubblico se non durante le rare occasioni di ostensioni pubbliche.
Queste misure di conservazione sono state adottate per mantenerne l’integrità, considerando la sua importanza storica, religiosa e culturale.
In aggiunta alla conservazione fisica, il Duomo di Torino e il Museo della Sindone offrono ai visitatori la possibilità di apprendere di più sulla storia e sul significato della Sindone attraverso video e volontari presenti per fornire informazione. Questo approccio consente di bilanciare la necessità di preservare la Sindone con l’interesse pubblico e la devozione che suscita.