Linen, precious as the future

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Linen, precious as the future

Gli anni ’30 di Linificio: crescita, sfide e rinnovamento

fiera_1937

08 Ott 2024

LINIFICIO

Gli anni ’30 si aprirono con un’importante svolta per Linificio e Canapificio Nazionale, che acquisì lo stabilimento di Bassano Bresciano e costituisce la S.A. Agricola Industriale del Lino. Questo passo strategico segnò l’inizio di un processo di espansione che vedrà l’aggiunta di stabilimenti a Chiari, Cavarzere, Senigallia, Macerata e Fermo, mentre gli impianti di Pontevico e Viserba vengono trasformati per adattarsi alle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Questa operazione non solo rafforzò la presenza dell’azienda sul territorio, ma ampliò significativamente la capacità produttiva.

Le novità non si limitarono però alla produzione: in questi anni vennero costruite nuove case operaie, e a seguito di una riforma dello statuto della Fondazione Ponti, venne sviluppata un’organizzazione assistenziale che testimonia l’impegno dell’azienda verso il benessere dei propri dipendenti.

Superando con successo la crisi economica mondiale, Linificio si fece promotore della costituzione del Consorzio Industriali Canapieri, attivo fino al 1945. Questo consorzio aveva l’obiettivo di disciplinare i prezzi e le condizioni di vendita, nonché di standardizzare i prodotti e di incrementarne i consumi.

Nel 1934 l’azienda attuò un’operazione finanziaria di riduzione del capitale attraverso l’acquisto e l’annullamento di parte del pacchetto azionario, e completò la fusione tra le controllate Canapificio Veneto e Industrie Canapiere Italiane, consolidando ulteriormente la propria posizione nel settore.

La XVIII Fiera Campionaria di Milano nel 1937 rappresentò un’importante occasione per Linificio e Canapificio Nazionale, che ebbe l’opportunità di presentare i propri prodotti e instaurare nuove relazioni commerciali.

Tuttavia, la Guerra d’Etiopia (1935-1936) portò con sé una politica di autarchia che colpì duramente il settore quello tessile, imponendo divieti sull’importazione di fibre grezze come il lino e causando una contrazione delle esportazioni. In risposta a queste sfide, si rese necessario aumentare la coltivazione italiana nei territori di Brescia, Veneto e Marche, e si procedette alla costruzione di un nuovo impianto a Ferrara, dedicato principalmente alla produzione di tele da imballo utilizzando i sottoprodotti della lavorazione.

Con la morte del Senatore Borletti d’Arosio nel 1939, si concluse un decennio di espansione e consolidamento. Il suo successore, Giulio Sessa, già Consigliere Delegato e Direttore Generale, si trovò di fronte all’arduo compito di guidare l’azienda attraverso le difficoltà del secondo conflitto mondiale.